Storia cronologica dell'immersione subacquea

La cronologia storica dell'immersione subacquea da Scyllias di Scione ed Erodoto fino ai giorni nostri.

GLI ALBORI
 
Molti secoli prima di Cristo: incisioni scoperte in Assiria mostrano soldati che attraversano fiumi usando giubbotti di pelle di pecora galleggianti. Molti autori moderni hanno inteso che questi fossero rudimentali apparati di respirazione utilizzati da antichi uomini rana in azione.
 
V secolo aC: Scyllias di Scione contribuisce alla sconfitta dei persiani immergendosi sott'acqua per danneggiare le imbarcazioni nemiche. Erodoto descrisse uno scontro navale, in cui il greco Scilla di Scione venne fatto prigioniero e imbarcato dal re persiano Serse I. Quando Scilla seppe che Serse stava per attaccare una flotta greca afferrò un coltello e saltò fuori bordo. I persiani non riuscirono a trovarlo in acqua e credettero che fosse annegato. Scilla li sorprese di notte e si fece strada tra tutte le navi della flotta di Serse, liberandole dagli ormeggi. Usò un giunco cavo come boccaglio per non essere visto. Poi nuotò per circa 15 chilometri per raggiungere i greci oltre Capo Artemisio.

IV secolo aC: Aristotele testimonia l'esistenza di contenitori pieni d'aria immersi in acqua, facendo riferimento al principio campana subacquea. "Proprio come i tuffatori, a volte, sono provvisti di strumenti per cui possono aspirare l'aria da sopra la superficie dell'acqua, e in tal modo rimanere a lungo sommersi dal mare, così anche gli elefanti sono stai forniti dalla natura delle loro lunghe narici, che innalzano al di sopra dell'acqua quando devono attraversarla".

I secolo aC: Nell'antica Roma gli "urinatores" recuperavano parti del carico di anfore e altri oggetti dai relitti affondati. Si immergevano con la bocca piena per sputarla sott'acqua; l'olio fungeva così da "lente" che permetteva di avere una visione subacquea migliore.

IV secolo dopo Cristo: Il romano "Flavius Renatus" parla di immersioni subacquee attraverso l'uso di un otre per respirare.

IL MEDIOEVO
 
XIII secolo dC: "Si potrebbero fare navigli che procedono senza rematori, parimenti potrebbero farni carri non tirati da alcun animale, potranno essere costruite macchine per volare, ugualmente si potranno produrre ordigni per camminare nell'acqua e per immergersi senza pericolo alcuno" (Roger Bacon).

XIV secolo dC
: subacquei persiani utilizzavano gusci di tartaruga per immergersi.

XV secolo dC
: Leonardo da Vinci disegna un paio di pinne ed uno snorkel. Leonardo descrisse la prima campana subacquea in Italia nel suo Codice Atlantico (conservato nella Biblioteca Ambrosiana a Milano), utilizzata per respirare artificialmente sott'acqua. Non vennero però forniti particolari in quanto questo sistema venne descritto come innaturale per l'uomo, che ne avrebbe tratto vantaggio a fini bellici. Alcuni disegni mostrano differenti tipi di aeratori, altri set completi per l'immersione, tra cui anche una rudimentale muta subacquea con maschera e una riserva d'aria, così completa da avere anche un collettore per l'urina. 

1531:
Guglielmo di Lorena si immerse sulle due galere di Caligola usando una campana derivata dai disegni di Leonardo da Vinci.

IL SEICENTO

1616
: Franz Kessler disegna la prima campana subacquea e Intorno al 1620 Cornelius Drebbel inventò un primo, rudimentale, rebreather.

XVII secolo dC
: Edmund Halley migliora il progetto della campana di Kessler; studiando un dispositivo che permette di arrivare fino a 20 metri di profondità per una durata d'immersione di 90 minuti.

IL SETTECENTO
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il turtle di Brushnell
1722: Sieur Freminet cercò di costruire un set ARA, ma morì per carenza d'ossigeno dopo 20 minuti, non potendo disporre di alcun ricambio d'aria.

1776
: David Brushnell inventò il Turtle, il primo sottomarino a scopo bellico, usato durante la Rivoluzione Americana.

1788
: John Smeaton progetta una pompa che rifornisce d'aria la campana subacquea.

L'OTTOCENTO

1800
: Robert Fulton costruì un sottomarino, il "Nautilus". Venne commissionato da Napoleone e progettato dall'inventore americano Robert Fulton, che all'epoca viveva in Francia. Varato nel 1800 era costituito da fogli di rame con una struttura in ferro, era lunga 6,5 m con una torretta di comando per l'osservazione. Usava timoni per il controllo del movimento verticale e orizzontale - gli antenati dei moderni timoni di profondità e dei serbatoi di aria compressa per dare all'equipaggio di quattro persone un'autonomia di sei ore. Sott'acqua il Nautilus veniva spinto da un propulsore a quattro pale fatto girare a mano. In superficie la spinta era fornita da un albero pieghevole che veniva alzato dal vascello e su cui veniva innalzata una vela.
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il Nautilus di fulton
Il Nautilus venne testato in Francia nel 1800-1801 quando Fulton e tre meccanici discesero fino ad una profondità di 8 m utilizzando dei serbatoi di galleggiamento. Il Nautilus affondò uno schooner usando una carica di polvere da sparo trainata fino al bersaglio che Fulton chiamò "torpedo" dal nome della manta elettrica. Comunque i francesi non rimasero impressionati dalle sue prestazioni e sospesero i fondi a Fulton nel 1804. Fulton portò il Nautilus nel Regno Unito ed affondò un brigantino da 300 t nel 1805 ma anche la Royal Navy non fu interessata al vascello.

1820
: l'inglese John Deane inventa un casco metallico collegato ad uno scafandro e Siebe Gorman commercializza  l'attrezzatura, poi utilizzata dalla Marina Militare britannica

1825:
William H. James progettò un set SCUBA dotato di un cilindro d'aria compressa
legato alla cintola.

1829
: Charles e John Deane di Whitstable, nel Kent inglese, progettarono il primo elmo da palombaro.

1829
: E.K.Gauzen, un tecnico navale russo di Kronshtadt (un distretto di San Pietroburgo) propose una macchina per immersioni. La sua invenzione era un elmo metallico, in cui veniva pompata l'aria, legato con cinghie ad una tuta di cuoio. Questa muta da immersione, con le sue successive modifiche, venne utilizzata dalla Marina Russa fino al 1880.

1832
: la Marina Militare britannica fonda la prima scuola subacquea del mondo.

1837
: sulla base degli studi di Leonardo e di Halley Augustus Siebe costruì una veste per immersione standard, una sorta di muta da palombaro per l'immersione.
Intorno al 1842: il francese Joseph Cabirol iniziò la costruzione delle prime mute da palombaro.

1856
: Wilhelm Bauer fece la prima delle 133 immersioni con il suo sottomarino Seeteufel.

1860
: Giovanni Luppis, un ingegnere in pensione della Marina Austro-Ungarica, mostrò all'Imperatore Francesco Giuseppe il progetto del primo siluro.

1863
: il CSS Hunley fu il primo sottomarino ad affondare una nave, la USS Housatonic, durante la Guerra di secessione americana.

1865
: Benoit Rouquayrol e Auguste Denayrouze progettarono un set da immersione (chiamato aérophore) dotato di un recipiente per l'aria, collegato poi con il primo erogatore conosciuto. Il sub non nuotava, bensì camminava sul fondale, anche se per breve tempo per via delle limitate atmosfere che poteva contenere la rudimentale bombola (solo 30) e comunque sempre supportato dalla superficie. La durata dell'immersione di 6-8 ore raccontata in Ventimila leghe sotto i mari da Giulio Verne sono una esagerazione letteraria.

1866
: il siluro Minenschiff, realizzato da Robert Whitehead viene mostrato ad una commissione della Marina Imperiale Austriaca il 21 dicembre.
tardo XIX secolo: l'industria inizia a produrre le prime bombole ad alta pressione.

1869
: Jules Verne pubblica "Ventimila leghe sotto i mari"; l'equipaggio del sottomarino Nautilus può liberamente sul fondo del mare, attraverso l'equipaggiamento Rouquayrol.

1879
: il primo rebreather (dotato di assorbimento di anidride carbonica tramite calce sodata) venne inventato da Henry Fluess per il recupero dei minatori intrappolati dall'acqua.

1893
: Louis Boutan inventa la prima macchina fotografica subacquea.

IL NOVECENTO

1900
: John Philip Holland costruisce il primo sottomarino a sfruttare motori a petrolio, lo Holland, detto anche A-1.

1905
: il primo rebreather con valvole di misurazione per controllare l'afflusso di ossigeno.

1907
: la Draeger di Lubecca costruisce un rebreather chiamato U-Boot-Retter. = "soccorritore di sottomarini".

1908
: John Haldane, Arthur Boycott e Guybon Damant pubblica "The Prevention of Compressed-Air Illness", con studi dettagliati sulle cause e i sintomi del malessere da decompressione.

1912
: Haldane, Boycott e Damant pubblicano le tabelle di decompressione della U.S. Navy.

1916
: il Draeger modello DM 2 diventa equipaggiamento standard della Marina Tedesca.

1930
: la pesca con la fiocina diventa comune nel Mar Mediterraneo, e man mano anche l'uso di maschere subacquee, pinne e snorkel. La pratica amatoriale con rebreather in Italia viene notata dalla Marina Militare che fornisce ai propri uomini rana della Decima Flottiglia MAS rebreather a ossigeno.

1933
: in Francia Louis de Corlieu brevetta le prime pinne. A San Diego (California) nasce il primo diving club col nome di Bottom Scratchers. Nello stesso anno Yves Le Prieur inventa un respiratore a circuito aperto e flusso costante, capace di fornire un'autonomia di 20 minuti a 7 metri e di 15 minuti a 15 metri.

1934
: Corlieu perfeziona il disegno delle pinne, attraverso le quali il subacqueo può muoversi in acqua con facilità e velocità.
1934: in Francia viene fondato il primo diving club europeo, il Club des Sous-l'Eau. Nello stesso anno Otis Barton e William Beebe si immergono fino a 3028 piedi usando una batisfera.

1935
: la Marina Francese adotta il set di respirazione di Yves Le Prieur.

1936
: viene fondato sulla Costa Azzurra il primo diving club sportivo.

1937
: La American Diving Equipment and Salvage Company (conosciuta oggi come DESCO) produce una tuta da immersione pesante, dotata di respiratore misto elio-ossigeno.
1937: Georges Commeinhes produce un apparato di respirazione con erogatore a circuito aperto.
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Jacques-yves Cousteau

1939
: Georges Commeinhes offre il suo set di respirazione alla Marina Francese, che però non ne continua lo sviluppo per via della seconda guerra mondiale. Nel luglio 1943 raggiunge 53 metri di profondità usandolo di fronte a Marsiglia. Morì poi nel 1944 nella liberazione di Strasburgo, e la sua invenzione venne surclassata da quella di Jacques-Yves Cousteau. Sempre nel 1939 Christian J. Lambertsen, statunitense, progetta una apparato SCUBA ad ossigeno per la U.S. Navy, il primo ad essere chiamato con quell'acronimo.
dal 1941 al 1945: gli anni della seconda guerra mondiale.
molte nazioni utilizzarono uomini rana equipaggiati con rebreather per alcune azione di incursione durante la guerra.

1942
: Emile Gagnan, collaboratore del Comandante Cousteau, modernizzando il sistema Rouquayrol, inventa il moderno erogatore.

1943
: Jacques Cousteau e Emile Gagnan inventano e costruiscono il primo aqua-lung, rimasto segreto fino alla liberazione del sud della Francia.

1944
: in ottobre Frédéric Dumas raggiunge i 62 metri con l'aqua-lung di Cousteau.

1945
: il primo aqua-lung di Cousteau viene distrutto durante un bombardamento, lasciandone intatti solo due modelli. A Tolone inizia ad addestrare un gruppo di uomini per il disinnesco delle mine, divenuto poi ufficiale sono in seguito. Uno degli uomini di questo gruppo, Broussard, fondò il primo diving club dopo la guerra, il Club Alpin Sous-Marin.

IL DOPOGUERRA

1946
l'aqua-lung di Cousteau viene venduto in Francia. Yves Le Prieur inventa un nuovo tipo di respiratore.

1948
: Auguste Piccard comanda il primo batiscafo, il FNRS-2, nella prima immersione tele-pilotata. Nello stesso anno Siebe Gorman inizia a costruire l'aqua-lung in Inghilterra, utilizzato poi dal Capitano Trevor Hampton. Ted Eldred in Australia inizia a progettare il primo set scuba a circuito aperto a tubo singolo.

1948-1949
: il negozio Rene's Sporting Goods in California importa gli aqua-lung dalla Francia, con grande interesse di Hollywood. Otis Barton scende fino a 4500 piedi con il suo Benthoscope.

1950
: l'aqua-lung di Cousteau viene venduto in Inghilterra. Siebe Gorman lo costruisce a Chessington. Viene stampato un manuale di immersione dalla Marina Inglese in cui viene descritto l'uso dell'aqua-lung, senza però citare Cousteau. Una nota di Cousteau svela che solo 10 aqua-lung sono stati inviati in America, per via della saturazione del mercato.

1951
: il film The Frogmen viene proiettato nelle sale cinematografiche. È ambientato nell'Oceano Pacifico della seconda guerra mondiale. A dicembre il primo numero dello ''Skin Diver Magazine viene pubblicato negli Stati Uniti, pubblicato poi fino al 2002. L'aqua-lung inizia ad essere venduto anche in Canada.
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set sub del 1952 di Eldred

1952
: l'aqua-lung di Cousteau inizia ad essere venduto negli Stati Uniti. Ted Eldred in Australia inizia a vendere il sui set a circuito aperto.

1953
: la National Geographical Society Magazine pubblica un articolo sulle ricerche di archeologia subacquea di Cousteau sull'isola Grand Congloué vicino a Marsiglia, e un film chiamato Épaves (Relitti) viene distribuito nei paesi di lingua francese. Questo da il via ad un enorme interesse riguardo la subacquea, sia in Francia che in America; in Inghilterra purtroppo i prezzi continuano a rimanere proibitivi. Il Capitano Trevor Hampton fonda il British Underwater Centre a Dartmouth nel Devon. Il negozio Rene's Sporting Goods diventa U.S. Divers, ora marchio di produzione di attrezzatura per immersioni. Il 15 ottobre viene fondata la BSAC.

1954
: il USS Nautilus, il primo sottomarino nucleare, viene varato. Il primo equipaggio umano si immerge nel batiscafo FNRS-2. Il primo corso didattico viene offerto dal Los Angeles County Department of Parks and Recreation.

1956
: viene prodotta la prima muta umida. Alcuni sub ignlesi iniziano a costruire, usando parti industriali, nuovi erogatori. Più tardi la Submarine Products Ltd di Hexham nel Northumberland inizia a produrre aqua-lung sulla base del progetto di Cousteu a costi commerciali, forzando così Siebe Gorman ad abbassare i prezzi.

1957
: inizia negli Stati Uniti la serie televisiva Sea Hunt, che rende popolare la subacquea al grande pubblico.

1958
: lo USS Nautilus completa il primo viaggio sotto i ghiacci del Polo Nord.

1959: la National Association of Underwater Instructors (NAUI) viene fondata da Albert Tillman e Neal Hess.

1960
: Jacques Piccard e il Sottotenente Don Walsh scendono sul fondo del Challenger Deep, il punto più profondo dell'Oceano Pacifico con il batiscafo Trieste. Lo USS Triton completa la prima circumnavigazione subacquea del globo.

1965
: la versione cinematografica di James Bond in Thunderball aiuta la popolarità della subacquea.

1966
: Viene fondata la Professional Association of Diving Instructors (PADI).

1968
: viene prodotto il primo rebreather con parti elettroniche, detto Electrolung.

1971
: la Scubapro introduce il giubbotto ad assetto variabile.

1972
: la Scubapro introduce il primo computer subacqueo analogico.

1983
: Viene creato il primo computer subacqueo digitale, l'Orca Edge.

1985
: viene ritrovato il relitto del RMS Titanic.

1989
: il film The Abyss teorizza l'avveniristico sistema di respirazione liquida (a emulsione ossigenata di fluorocarbonio) per le immersioni profonde, soluzione che è stata realmente esplorata scientificamente.

1997
: il film Titanic esce nelle sale cinematografiche.

2001
: la BSAC autorizza l'uso dei rebreather nelle sue immersioni.

I PRIMI RECORDS
Raimondo Bucher
record 39 metri
La "Rivista Marittima", periodico della Marina militare italiana, nei 1913 riportava un articolo dal titolo molto didascalico: "Palombaro sommozzatore che lavora a 80 metri sott'acqua".
In quegli anni, le uniche persone che scendevano sott'acqua in apnea, non protetti da scafandro né alimentati d'aria dalla superficie, erano i pescatori di spugne, elprofondità di lavoro erano abbastanza basse. Mancavano trentasei anni al primo record d'immersione profonda in apnea, quello di Raimondo Bucher nel 1949 a -30 metri.
Nel 1951 Ennio Falco e Alberto Novelli si spingevano fino ai -35 m e nel 1956 i due arrivaroni a -41.
Enzo Maiorca nel 1960 arrivava ai -49 e nel 1964 ai -55. Oggi il record di immersione in apnea "in assetto variabile" appartiene a Umberto "Pelo" Pelizzari con 131 metri.

LA STORIA DI HAGI STATTI
Riviviamo i momenti di quel 4 agosto del 1913: nel tardo pomeriggio,la corazzata italiana di prima classe"Regina Margherita" s'appresta ad ancorare nella baia di Pegadia all'isola di Scarpanto, tra Rodi e Creta, nell'Egeo.
Per la nostra unità si tratta di una delle ultime tappe che l'avevano portata ad affiancare le operazioni delle truppe in Libia, conquistate con la vittoria della guerra del 1911 contro l'impero Ottomano.
La nave avanza lentamente quando il comandante decide di gettare l'ancora, il sottocapo addetto alle misurazioni da un po' rileva circa 30 metri di profondità. E' questione di attimi, la catena fila velocemente giú senza che sembri toccare mai il fondo.
Un testimone oculare, Vittorio Pozzo, giornalista (e poi 'commissario tecnico' della nazionale italiana di calcio campione del mondo nel 1934 e nel 1938) cosí descrive gli avvenimenti: "Un uragano di polvere rugginosa copriva la coperta, inutili risultavano i tentativi dei maestro d'ascia di far agire lo strozzatoio: la catena, che scendeva in mare serpeggiando fragorosamente a velocità pazzesca, si esaurì.
Il maniglione, strappato per il contraccolpo dal pozzo delle catene, raggiunse la coperta e, liberatosi dal tamburo dei verricello, colpì il comandante in seconda, capitano di fregata Proly, e i gabbieri schierati ai posti di manovra; sfiorò la testa dei guardiamarina Al Jack e, infilata la cubia, scompariva in mare. Ancora e catena erano perdute! Il sangue scorreva in coperta: una decina di uomini giacevano lamentandosi. Il comandante era morto sul colpo!".
A bordo c'è sgomento, ci si appresta a portare soccorso ai feriti, viene allestita la camera ardente per il comandante rimasto ucciso, ci si consulta per il recupero dell'ancora, preoccupandosi per lo scherno che i marinai riceveranno al ritorno a casa, e si cerca di dare una ragiona all'accaduto: la nave, mentre l'ancora cominciava a scendere, per abbrivio ha superato la verticale di un gradino che sprofonda rapidamente...
la nave Margherita
La voce dell'incidente si è sparsa e un singolare personaggio di nome Haggi Statti, pescatore di spugne di quei mari si offre per aiutare i marinai Italiani. Quest'uomo dice di essere in grado di ripescare l'ancora, incastrando un cavo sulla catena, assicura di aver raggiunto in passato -110 metri e di poter resistere, a -30 metri, fino a 7 minuti. …. Incredibile!
Una volta scandagliato il fondo ci si accorge che questi scende rapidamente dai -64 ai -85 metri. Gli amici che accompagnano il pescatore sono convinti che ce la farà.
La tecnica usata da Statti è per quei tempi ingegnosa e molto simile a quella usata per il raggiungimento dei record attuali: prima dell'immersione Haggi si terge la bocca e le cavità nasali con acqua salata ed effettua una iperventilazione.
Haggi Statti
Si immerge portando con se una pietra di ardesia, piatta e squadrata, del peso di 14,5 Kg., legata ad una cimetta che viene filata da due assistenti in barca.
Il sommozzatore ha il polso sinistro collegato con una sagola alla pietra e con una ridancia entro cui la cima scorre libera. Scendendo, tiene la pietra stretta fra le mani, come un timone di direzione, l'adagia sul fondo per poter lavorare e avere comunque un punto di riferimento e di ancoraggio; per risalire, dà uno strattone e si assicura alla pietra che gli amici, dalla barca, recuperano a grandi bracciate. Da quanto si capisce non compensa. Non indossa né maschera né pinne.
La profondità a cui giace l'ancora, pero, non gli deve essere così familiare, in quanto Statti passa il primo giorno ad allenarsi a quote sempre più crescenti.
Il giorno dopo scende per ben 5 volte, riuscendo ad agganciare l'ancora con un rampino, dopo essere scivolato fino a -84 m, trascinato dall'ardesia. Il terzo giorno raggiunge 7 volte i -77 metri e riesce a collegare un cavo d'acciaio al maniglione della catena dell'ancora.
Un secondo cavo viene il giorno dopo sulla catena che nel frattempo è stata sollevata di alcuni metri, alando il cavo precedente: la mano passa ora agli argani di bordo.
palombaro
Il lavoro è stato compiuto in 21 immersioni (comprese quelle di allenamento), tra i 45 e gli 84 metri, nell'arco di 4 giorni.
Il più stupito di tutti risulta essere il medico italiano, il quale nella sua relazione scrive: "Da ogni immersione è uscito nel pieno vigore delle sue forze e lo dimostra la maniera con cui sale sull'imbarcazione, senza l'aiuto dei compagni e, subito dopo, si libera dell'acqua entrata nel naso e nelle orecchie. Haggi afferma di sentire tutta la pressione sulle spalle, mentre sugli occhi nulla.
Afferma anche che a -80 m l'acqua è limpida, c'è abbastanza luce per lavorare". Il medico è cosí sconcertato da questi avvenimenti che stravolgono tutte le teorie ufficiali di quei tempi per quanto riguarda la resistenza alla pressione subacquea del corpo umano (si pensi che nel 1960 il dottor Cabarrou dell'équipe di Cousteau dichiarava che "il limite per l'uomo è -55m, oltre si sfascia") che propone una sua teoria secondo la quale "in immersione, Haggi Statti potrebbe essere favorito da una certa respirazione cutanea dell'aria disciolta nell'acqua, favorita forse dalla pressione". Questa teoria è sostenuta dal fatto che, durante la visita medica, invitato a trattenere il respiro, Haggi non supera i 40 secondi di apnea.
Interessante è la relazione che riguarda la visita medica: "Per quanto all'esame si constati un notevole enfisema polmonare, tuttavia la parte alta dei torace non ha raggiunto rilevanti proporzioni, pur essendo convessa e rigida. I toni dei cuore si percepiscono lontani ma regolari. Frequenza dei polso da 80 a 90, atti respiratori da 20 a 22 al minuto. Funzione uditiva ridotta per mancanza assoluta di una delle membrane dei timpano e residui dell'altra. Invitato a trattenere il respiro nell'ambiente ordinario risulta che la sua capacità in queste condizioni raggiunge appena i 40 secondi (ecco da dove nasce la "necessità" della "respirazione cutanea"!). Nelle operazioni di recupero si è trattenuto sott'acqua da 1,30 a 3,35 minuti".
Questa è la storia dì Giorgio Haggi Statti, ignoto pescatore di spugne, sordo perché non sapeva compensare anche se favorito da questa menomazione nella velocità di discesa). ...................... Oggi, dopo 85 anni, si parla di record.

I RECORDS FINO AI GIORNI NOSTRI
Umberto Pellizzari
Un semplice costume da bagno e una pietra di ardesia piatta e squadrata come zavorra. Ad aprire la storia dell'apnea fu un pescatore di spugne greco. Era il 4 agosto dei 1913.
Per ricordare l'antesignano delle sfide agli abissi marini, in occasione dell'85' anniversario, Umberto Pelizzari ha voluto ripetere nelle medesime condizioni quella discesa nelle acque del Mar Egeo.
Risale, invece, al 1949 il primo record accreditato, quando Raimond Bucher, capitano dell'Aeronautica Militare nato in Ungheria ma naturalizzato italiano, scese a 30 metri al largo di Napoli, portando una pergamena racchiusa in un cilindro stagno per passarlo ad un amico palombaro che lo aspettava sul fondo, col quale aveva fatto una scommessa di 50 mila lire. Due anni più tardi sono i napoletani Ennio Falco e Alberto Novelli a portare il primato a meno 35, ma già nel '52 Bucher si riprende il record - il primo documentato da una telecamera - arrivando a 39 metri.
Tuttavia, l'epoca d'oro dell'apnea inizia negli anni Sessanta ed è legata soprattutto ai nomi di Enzo Maiorca e Jacques Mayol.
Il siciliano nel '61 tocca per primo la fatidica soglia dei 50 metri e l'anno successivo smentisce la convinzione medica secondo la quale oltre quella profondità un essere umano sarebbe stato schiacciato dalla pressione. Dopo un'alternanza di record con il brasiliano Amerigo Santarelli, nel '65 spuntano all'orizzonte Teteke Williams, Robert Croft e Jacques Mayol, il rivale più acerrimo di Maiorca, anche se dotato di un fisico non proprio da Tarzan; tra l'altro fu il primo ad associare tecniche yoga all'immersione.
Per vent'anni fu una battaglia a colpi di record, che non fece mancare le polemiche, nate a causa della decisione dell'organismo internazionale di non omologare più nessun record (una delle motivazioni era la pericolosità per i sommozzatori di assistenza), salvo poi trovare una scappatoia e concedere alle immersioni un inutile riconoscimento come sperimentazioni.
Cos'i Mayol si schiera per la ricerca e afferma di immergersi per motivi scientifici, mentre Maiorca ribatte polemico che, se davvero il rivale scendeva in apnea solo per quello, avrebbe dovuto evitare di andare in mezzo al mare con una squadra di sommozzatori e medici accompagnati da stampa e tv.

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